Eppure lascio le mani ferme, scostate; tremano come lo faccio io assopita nelle curvature dei miei sentimenti: le vedo fiorire in lunghe ciglia e due labbra da cui seguirei il suono oltre tutto lo spazio, che sia sufficientemente vuoto, per questa ode, nella mia testa, un composto inesauribile di fiori e canzoni che lascerei suonare non appena sei rapito dal sonno - sicuramente troppo dolce per questa terra sopraffatta - mentre con prepotenza il tempo avanza continuando la sua opera da quattro soldi, scorrendo senza rumore, seguendo un clamore che solo lui sente, e prova.
Nessun commento:
Posta un commento